Aldo Rossi. Disegni, a cura di Germano Celant, Skira, Milano, aprile 2008

La fortuna di Aldo Rossi, uno dei maestri indiscussi dell’architettura italiana e internazionale del secondo dopoguerra, è passata, soprattutto nei primi anni di attività, attraverso gli scritti teorici e i suoi disegni. Sarebbe impossibile separare la figura di Rossi dagli appunti personali e dalle riflessioni in forma di segno e colore che si muovono rabdomanticamente tra lo scavo nella memoria dei luoghi e delle forme arcaiche e assolute che ha inseguito per tutta la sua vita.
Il disegno diventa fin dall’inizio forma di scrittura privilegiata e costante, è la tavola bianca su cui Rossi lungo gli anni ama muoversi con libertà, giocando con i frammenti della storia e dell’architettura di volta in volta amati e incontrati. Questo libro, curato da Germano Celant e dalla Fondazione Aldo Rossi, parte da questo fondamentale presupposto e costruisce una storia unica e sorprendente delle opere del maestro milanese attraverso l’importante archivio dei disegni originali, di cui moltissimi inediti, raccolti dalla stessa Fondazione.
Un percorso inaspettato che segue cronologicamente le opere immaginate e costruite e consente di avvicinarsi alla figura e al pensiero di Rossi come raramente era avvenuto prima.
Schizzi, disegni, idee tracciate, acquerelli, collages compongono un universo straordinario di segni e riflessioni al tratto che aiutano a comprendere meglio il modo di pensare e di costruire progetti di Aldo Rossi, proponendolo sotto una luce diversa, lontana da alcune facili riduzioni della critica contemporanea.
Rossi artista e architetto, due ruoli che si mescolano e sovrappongono continuamente con la figura dell’intellettuale ossessivamente appassionato della città storica, delle sue icone e insieme del progetto moderno che lui interpretò con assoluta originalità.
Con testi di Germano Celant, Diane Ghirardo e Chiara Spangaro.

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