Venezia, Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, “Aldo Rossi. Teatri”, 29 giugno-25 novembre 2012

Per la prima volta l’esposizione, curata da Germano Celant e progettata da Gae Aulenti, riunisce sedici progetti dell’architetto-designer milanese dai primi anni sessanta al 1997: dal Teatro Paganini a Parma (1964) mai realizzato ma molte volte rielaborato e riproposto in schizzi e disegni, come Rossi usava, al Teatro Carlo Felice di Genova (1983-1989) costruito in collaborazione con Ignazio Gardella, passando dal Teatro del Mondo (1979) e dal teatro di Francoforte sull’Oder (1994), fino al concorso per la ricostruzione del Gran Teatro la Fenice (1997) per la stessa città lagunare, che Rossi non ebbe il tempo di vedere ultimato.
L’interesse che l’architetto ha dedicato al soggetto è passato anche attraverso la creazione di visioni fantastiche e di oggetti d’affezione. Tra questi, il più noto è di sicuro il Teatrino scientifico (1978): una vera e propria macchina per esperimenti di scenografia e design d’interni della quale Rossi dipingeva personalmente i fondali e costruiva scene removibili raffiguranti i suoi oggetti tra cui le cabine dell’Elba, e citazioni delle sue architetture come il Gallaratese.
Non bisogna poi dimenticare il parallelo procedere della produzione di design, esemplificata dal servizio da te e caffè Tea and Coffee Piazza per Alessi (1982), in cui la forma infantile del teatro è ripresa nella teca-contenitore delle caffettiere, le stesse che tante volte tornano nei disegni, simili per proporzione a torri ed edifici di città. Le medesime riprodotte poi da Alessi in scala gigante per essere utilizzate nel Teatro domestico realizzato per la mostra “Progetto domestico” alla Triennale di Milano del 1986, dove compaiono diversi altri mobili e dettagli architettonici tipici di Rossi.
Completano la mostra, disegni preparatori e oggetti realizzati per le scenografie di opere liriche, balletti e tragedie, alcune delle quali ancora oggi in uso, come quelli per la Madama Butterfly di Giacomo Puccini, che inaugurò la stagione estiva del Teatro Comunale di Bologna del 1986 presso la Rocca Brancaleone di Ravenna e che il teatro emiliano ha riallestito per l’ultima volta solo tre anni fa. Se i bozzetti rievocano attraverso lo studio del racconto e dei luoghi in cui esso è ambientato, i disegni in cui Rossi fantastica sul tema del teatro ripropongono la felicità del tratto tipico dell’autore e la cura dei dettagli compositivi in evidenza.
Catalogo della mostra Skira con testi di Germano Celant, Alberto Ferlenga e Chiara Spangaro.

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